Il 24 e 25 febbraio si svolgono le 17me elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano, essendo le camere sciolte con 4 mesi di anticipo. L'affluenza al voto fu del 75,19%.

La coalizione di centro-sinistra ottenne il 29,55% alla Camera dei deputati e il 31,64% al Senato della repubblica; la coalizione di centro-destra ottenne il 29,18% alla Camera dei deputati e il 30,72% al Senato della repubblica; mentre il Movimento 5 stelle ottenne il 25,56% alla Camera dei deputati e il 23,80% al Senato della repubblica.

Invece non riusciranno a entrare in Parlamento i partiti che facevano parte della coalizione di Con Monti per l'Italia, che di fatto si sciolse poco dopo.

Neanche i partiti aderenti a Rivoluzione Arancione riuscirono a entrare in Parlamento, avendo preso il 2,2% alla Camera dei deputati e l'1,8% al Senato della repubblica. Antonio Di Pietro, visti gli scarsi risultati lascia la Presidenza del partito.

Tuttavia, a seguito dei risultati delle elezioni, risulta che nessuna coalizione può governare. La coalizione di centro sinistra ottiene il premio di maggioranza alla Camera dei deputati, ma al Senato della repubblica non ha la maggioranza.

Nonostante ciò il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano affida a Pier Luigi Bersani il compito di formare un nuovo governo. Egli cerca di trovare voti nel Movimento 5 stelle, proponendo a Beppe Grillo la presidenza di una delle due camere. Tuttavia gli esiti furono disastrosi.

Pier Luigi Bersani, in seguito a ciò, lascia la segreteria del partito, ma decide di mantenere la carica sino al voto in Parlamento a camere unite per eleggere il nuovo Presidente della repubblica, dove il Partito Democratico non riuscì a portare nessuno dei nomi proposti, infatti il 22 aprile, al sesto scrutinio, viene rieletto Presidente della repubblica Giorgio Napolitano.

Infine fu affidato a Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, la formazione di un nuovo governo di "larghe intese". Il 27 aprile forma il suo primo governo e il giorno seguente i ministri giurano davanti al Presidente. Il 29 aprile ottiene la fiducia della Camera dei deputati e il giorno seguente del Senato della repubblica. L'obiettivo del Presidente della repubblica fu raggiunto in quanto il governo Letta ebbe l'appoggio del Partito Democratico, di Scelta civica, dell'Unione di centro e del Popolo delle Libertà, oltre che un appoggio esterno del Partito Socialista Italiano e partiti regionalisti. 

L'8 maggio, in seguito alla sconfitta elettorale, Gianfranco Fini da le dimissioni da presidente di Futuro e Libertà ed esce dal partito. Gli succede Roberto Menia come coordinatore reggente.

L'11 maggio Guglielmo Epifani é eletto dall'Assemblea segretario del Partito Democratico.

Il 16 novembre la Direzione nazionale del Popolo delle Libertà decide di sospendere le attività del partito e rifondare Forza Italia. Angelino Alfano e uomini vicino a lui non aderisco a Forza Italia e fondano il Nuovo Centrodestra.

Il 26 novembre Forza Italia non approva la nuova legge stabilità e passa all'opposizione.

Il 27 novembre il Senato della Repubblica, con 192 sì, 113 no e 2 astenuti, approva la decadenza di Silvio Berlusconi come senatore, in seguito alla condanna di frode fiscale dell'1 luglio. In seguito a ciò membri del governo di Forza Italia si dimettono.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

Il 7 dicembre si svolgono le primarie per scegliere il nuovo Segretario federale della Lega. I due candidati sono Matteo Salvini, già consigliere comunale di Milano, europarlamentare e deputato, e Umberto Bossi. Le primarie sono vinte da Matteo Salvini con l'82% dei voti degli iscritti. Il 15 dicembre viene ufficializzata la sua proclamazione a Segretario del partito. Con la sua segreteria, Matteo Salvini decide di avvicinare il partito all'estrema destra europea, scrivendo in un articolo del giornale di partito: «A livello internazionale la priorità è sgretolare questo euro e rifondare questa Europa.»

Matteo Renzi
Matteo Renzi

L'8 dicembre invece si svolgono le primarie del Partito Democratico. Il 15 dicembre, a seguito di tali primarie, Matteo Renzi, sindaco di Firenze e precedentemente sconfitto come candidato Presidente del Consiglio per Italia. Bene comune, ottenendo il 67,55% dei voti degli iscritti, é proclamato Segretario del Partito Democratico.

Il 19 dicembre Matteo Salvini crea Noi con Salvini, lista leghista del centro e sud Italia, con l'idea di abbandonare il secessionismo padano.

Il 13 febbraio 2014 la Direzione nazionale del Partito Democratico approva una mozione per chiedere la sfiducia del governo Letta e la sua sostituzione con Matteo Renzi.

Il 14 febbraio Enrico Letta rassegna le sue dimissioni nelle mani del Presidente della repubblica.

Il 17 febbraio il Presidente della Repubblica da il mandato a Matteo Renzi il mandato esplorativo per formare un nuovo governo. Il 22 febbraio il governo è formato a giura davanti al Presidente della repubblica.

Il 24 febbraio ottiene la fiducia del Senato della repubblica e il giorno seguente della Camera dei deputati.

L'8 aprile Matteo Renzi presenta una proposta di legge per modificare 40 articoli della Costituzione. Tale modifica prevede di superare il bicameralismo paritario, apportando modifiche radicali al Senato della repubblica, riducendo il numero dei senatori da 315 a 100, che sarebbero stati eletti dai Consigli regionali fra i loro stessi componenti e fra i sindaci dei propri territori, svolgendo attività legislativa con l'altra camera solo in determinati casi. La proposta di legge fu scritta già prima della sua nomina a Presidente del consiglio, in stretta collaborazione con Silvio Berlusconi.

Il 29 maggio la Camera dei deputati approva il ddl sul divorzio breve: la durata della separazione viene ridotta da 3 anni a 1 anno nel caso di divorzio non consensuale e 6 mesi nel caso di divorzio consensuale.

Tra l'8 agosto 2014 e il 12 aprile 2016 il Senato della repubblica e la Camera dei deputati voteranno più e più volte la riforma costituzionale, in quanto ritoccata più e più volte.

Il 14 gennaio 2015 Giorgio Napolitano lascia anticipatamente la Presidenza della repubblica. Il 31 gennaio, al quarto scrutinio, viene eletto Presidente della repubblica Sergio Mattarella, un indipendente. 

Il 18 marzo il Senato della repubblica approva  il ddl sul divorzio breve. Il 22 aprile le approva nuovamente la Camera dei deputati.

Giuseppe Civati, membro del Partito Democratico, che aveva partecipato alle ultime primarie, accusa Matteo Renzi di avvicinare il partito alla destra o comunque al centro. Così a maggio esce dal partito e il 21 giugno fonda un nuovo partito: Possibile.

Il 13 ottobre il Senato della repubblica approva la nuova legge elettorale.

A novembre Futuro e Libertà cambia nome in Azione Nazionale.

Il 25 febbraio 2016 il Senato della repubblica approva la legge Cirinnà, riguardante le unioni civili per gli omosessuali. L'11 maggio le approva la Camera dei deputati.

Il 12 aprile muore il co-fondatore del Movimento 5 stelle Gianroberto Casaleggio. Da quel momento Beppe Grillo sarà affiancato dal figlio del cofondatore Davide Casaleggio, fino ad allora estraneo alla politica e senza nessuna consultazione da parte degli iscritti.

Il 26 giugno il Partito Comunista d'Italia, nome che aveva assunto il Partito dei Comunisti Italiani il 23 novembre 2014, con alcuni fuoriusciti di Rifondazione, rifonda il Partito Comunista Italiano.

Il 4 dicembre si svolge il referendum per confermare la nuova legge elettorale Renzi-Boschi. Precedentemente Matteo Renzi e Maria Elena Boschi annunciano che in caso di perdita si sarebbero ritirati dalla vita politica. Il "si" ottiene il 40,88% dei voti, mentre che il "no" ottenne il 65,47% dei voti.

Il giorno seguente Matteo Renzi rassegna le dimissioni al Presidente della repubblica, che verranno posticipate per il 7 dicembre, di conseguenza in tale giorno Matteo Renzi da le sue dimissioni. Tuttavia nè lui né Boschi abbandoneranno la politica.

L'11 dicembre Sergio Mattarella assegna l'incarico di formare un nuovo governo a Paolo Gentiloni, il quale accetta. Il 12 dicembre presenta la propria lista dei ministri al Presidente della repubblica, i quali giurano davanti a egli. Il 13 dicembre il governo ottiene la fiducia della Camera dei deputati e il 14 dicembre dal Senato della repubblica. Il governo ottiene l'appoggio dal Partito Democratico, dal Nuovo Centrodestra, dall'Unione di centro, dal Partito Socialista Italiano e da partiti minori.

Ben presto l'Unione di Centro passerà all'opposizione, riavvicinandosi a Forza Italia. Ciò non trova d'accordo il fondatore e leader Pier Ferdinando Casini, che con altri membri del partito, esce per fondare, l'11 febbraio 2017 i Centristi per l'Europa, che appoggerà il governo Gentiloni. 

Il 18 febbraio dalla fusione di Azione Nazionale e La Destra nasce il Movimento Nazionale per la Sovranità.

Il 19 febbraio Matteo Renzi da le dimissioni da segretario del Partito Democratico, candidandosi  alle successive primarie.

Nel medesimo giorno nasce il partito Sinistra italiana, in seguito alla fusione di Sinistra Ecologia Libertà con diversi partiti nati dalla scissione del Partito Democratico e divenuti in seguito insignificanti.

Il 25 febbraio da una scissione del Partito Democratico nasce il Movimento Democratico e Progressista. Tra le personalità note che hanno attuato tale scissioni vi sono Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema.

Il 30 aprile si svolgono le primarie del Partito Democratico, che riconfermano Matteo Renzi come segretario con il 69,17% dei voti degli iscritti.

Il 14 maggio si svolgono le nuove primarie della Lega Nord, che riconfermano Matteo Salvini alla segreteria, con l'82,70% dei voti degli iscritti, confermato dal congresso il 21 maggio.

Il 26 ottobre viene promulgata in via definitiva del Senato della repubblica la Legge Rosato, una nuova legge elettorale. Secondo tale legge una singola lista per entrare in Parlamento deve ottenere il 3% dei voti, ma il 20% a livello regionale, mentre per le coalizioni è necessario il 10%. Tuttavia queste sono solo le principali caratteristiche di questa legge.

Per le imminenti elezioni politiche, nel Movimento 5 stelle a settembre si svolsero le primarie per scegliere il futuro candidato Presidente del consiglio, dove con l'82% dei voti degli iscritti, divenne candidato nonché capo politico del Movimento Luigi Di Maio.

Inoltre il 3 dicembre viene costituito il movimento Liberi e uguali, federazione costituita principalmente da Articolo Uno - Movimento Democratico e Progressista, Sinistra italiana e Possibile.

Il 21 dicembre la Lega tolse la parola Nord dal proprio nome, decidendo di presentarsi in tutta Italia e diventando quindi un partito nazionale.

La coalizione di centro-destra fu costituita da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia, una lista di piccoli partiti costituita il 29 dicembre, formata principalmente da Scelta civica, Movimento per le Autonomie, alcuni membri fuoriusciti da Alternativa Popolare, l'Unione di Centro, ma non solo.

La coalizione di centro-sinistra fu costituita dal Partito Democratico, da Civica Popolare, una lista fondata da Beatrice Lorenzin, membro di Alternativa Popolare, costituita oltre che dal suo partito da Centristi per l'Europa, Italia dei valori e altri partiti, da Italia Europa Insieme, lista costituita dal Partito Socialista Italiano, dalla Federazione dei Verdi e da Area popolare, un movimento di centro-sinistra costituito da Giulio Santagata, proveniente dal Partito Democratico e da +Europa, lista costituita il 23 novembre dalla radicale Emma Bonino, nel quale aderirono i Radicali Italiani e Forza Europa, un piccolo movimento politico creato da Benedetto Della Vedova.

Ufficialmente nessuna delle due coalizioni presentò alcun candidato alla Presidenza del consiglio.

Nel centro-destra non fu messa in discussione la leadership di Berlusconi, tuttavia rimaneva incandidabile, di conseguenza si decise che il partito che avrebbe preso più voti avrebbe espresso un nome.

Nel centro-sinistra non si trovò un accordo per trovare un nome comune: alcuni proposero le primarie, che il centro-sinistra utilizzava ormai dal 2007, Matteo Renzi rifiutò tale opzioni affermando che le primarie fossero di partito e non di coalizioni, nonostante egli stesso per le elezioni politiche del 2013 partecipò alle primarie di Italia. Bene comune, coalizione di allora di centro-sinistra.

Invece il Movimento 5 stelle non solo presentò un candidato Presidente del consiglio, ma anche una lista dei ministri.

Il 4 marzo 2018 si svolsero le diciottesimo elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento italiano. L'affluenza fu del 72,93%.

La coalizione di centro-destra ottenne il 37% alla Camera dei deputati e il 37,50% al Senato della repubblica; il Movimento 5 stelle ottenne il 32,68% alla Camera dei deputati e il 32,22% al Senato della repubblica; la coalizione di centro-sinistra il 22,86% alla Camera dei deputati e il 23% al Senato della repubblica; Liberi e uguali ottenne il 3,39% alla Camera dei deputati e il 3,28% al Senato della repubblica; gli altri partiti non raggiunsero la soglia di sbarramento.

In particolare all'interno del centro-destra Forza Italia era scesa al 14% alla Camera dei deputati e al 14,43% al Senato della repubblica, al contrario Lega era cresciuta del 17,35% alla Camera dei deputati e al 17,61% al Senato della repubblica. Questo rese in parte Matteo Salvini nuovo leader della coalizione di centro-destra, ma nè lui, nè il Movimento 5 stelle e nè la coalizione di centro-sinistra erano in grado di governare da soli.

A causa dei deludenti voti del Partito Democratico, il 12 marzo Matteo Renzi lascia la segreteria, che passa a interim a Maurizio Martina, confermato in seguito da un congresso.

Dopo le elezioni segue una crisi durata ben 89 giorni, nei quali non si riuscì a formare un governo: nel mese di aprile il presidente Sergio Mattarella chiude in modo negativo 4 consultazioni parlamentari.

Il 9 maggio i leader del Movimento 5 stelle e della Lega s'incontrano per discutere di un probabile governo e il 21 maggio presentarono al Presidente della Repubblica una lista dei ministri, indicando Giuseppe Conte, un indipendente del Movimento 5 stelle, Presidente del Consiglio.

Il 23 maggio il Presidente Mattarella conferisce a Giuseppe Conte l'incarico di formare un nuovo governo, ma già il 27 rimette tale incarico nelle mani del Presidente della Repubblica, in quanto ha suscitato perplessità da parte del Presidente della Repubblica la proposta di Paolo Savona per il ministero dell'Economia, dichiarando su Savona:"è sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare, probabilmente, o, addirittura, inevitabilmente, la fuoriscita dell'Italia dall'euro. Cosa ben diversa da un atteggiamento vigoroso, nell'ambito dell'Unione europea, per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano".

Il 28 maggio il Presidente della Repubblica incarica l'economista Carlo Cottarelli di formare un governo tecnico, ma il 31 rimette nella mani del Presidente l'incarico. Nella stessa giornata viene dato nuovamente a Giuseppe Conte l'incarico di formare un nuovo governo.

L'1 giugno giura davanti al Presidente della Repubblica il primo governo Conte, che ottiene la fiducia dal Senato della repubblica il 5 giugno e dalla Camera dei deputati il 6 giugno. In questo governo Luigi Di Maio è nominato Ministro dello Sviluppo Economico e Matteo Salvini Ministro dell'Interno. Entrambi sono nominati Vicepresidenti del Consiglio.

In centro Giuseppe Conte, a sinistra Luigi Di Maio, a destra Matteo Salvini
In centro Giuseppe Conte, a sinistra Luigi Di Maio, a destra Matteo Salvini

Il 14 luglio il Partito Comunista Italiano esce da Potere al Popolo. Segue il 28 ottobre l'uscita di Rifondazione Comunista.

Il 18 novembre Articolo Uno - Movimento Progressista e Democratico esce dalla federazione Liberi e Uguali.

Il 17 gennaio 2019 il Consiglio dei ministri delibera il reddito di cittadinanza e quota 100. Il reddito di cittadinanza, da anni cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, è un reddito minimo garantito versato dallo Stato ai cittadini e stranieri residenti legalmente da almeno dieci anni, che sono disoccupati, inoccupati o lavoratori che percepiscono un reddito inferiore sotto una certa soglia. Quota 100, proposto dalla Lega nelle ultime elezioni, fu una possibilità per i lavoratori di andare in pensione in anticipo.

A febbraio, dopo un incontro tra Sinistra italiana e Rifondazione Comunista, nasce La Sinistra,  federazione di partiti che a livello europeo fanno riferimento al Partito della Sinistra Europeo.

Il 3 marzo le primarie del Partito Democratico danno la vittoria a Nicola Zingaretti, proclamato Segretario durante il congresso del 17 marzo.

Il reddito di cittadinanza e quota 100 vengono approvati definitivamente dal Senato della repubblica il 27 marzo.

Durante il suo primi congresso, svoltosi il 6 e 7 aprile, Articolo Uno - Movimento Progressista e Democratico cambia il suo nome in Articolo Uno.

Il 13 aprile si scioglie ufficialmente Liberi e uguali, rimanendo come gruppo parlamentare.

Nello stesso giorno nasce un nuovo movimento di sinistra, costituito da alcuni parlamentari di Articolo Uno e Possibile, denominato èViva, che entrerà nella federazione La Sinistra.

Da sinistra a destra: Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio
Da sinistra a destra: Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

A seguito delle elezioni europee, svoltesi il 26 maggio, nella quale la Lega prende più voti del Movimento 5 stelle, arrivando al 37%, Matteo Salvini, il 9 agosto presenta una mozione di sfiducia nei confronti del governo, con la speranza di andare a elezioni anticipate, in ciò d'accordo con Nicola Zingaretti, interessato temporaneamente alle elezioni anticipate. Tuttavia il 20 agosto ritira la mozione.

Sarà il Presidente del consiglio Giuseppe Conte a far cadere il governo, rassegnando le proprie dimissioni nelle mani del Presidente della repubblica.

Il 29 agosto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affida a Giuseppe Conte l'incarico di formare un nuovo governo, il quale nei giorni precedenti si era avvicinato al Partito Democratico, il quale temeva una vittoria della Lega in caso di elezioni. Il Movimento 5 stelle svolge nella piattaforma Rousseau la consultazione riguardante tale alleanza: hanno partecipato oltre 79.000 iscritti di cui il 79,30% ha votato a favore.

Il 4 settembre Giuseppe Conte presenta la lista dei ministri. Oltre a membri del Movimento 5 stelle e del Partito Democratico ve ne fu uno di Articolo Uno. Tuttavia durante le consultazioni Giuseppe Conte non comunicò mai direttamente con tale partito, ma solo attraverso il Partito Democratico, riconoscendo di fatto l'esistenza di un'alleanza di centro-sinistra. Il 5 settembre Giuseppe Conte e i suoi ministri giurano davanti al Presidente della Repubblica. Il 9 settembre il secondo governo Conte ottiene la fiducia della Camera dei deputati mentre il 10 settembre ottiene la fiducia del Senato della repubblica.

Matteo Renzi, che insieme a Beppe Grillo,  fu un promotore dell'accordo raggiunto,  il 18 settembre fonda Italia Viva, un partito liberale, riformista e filo-europeo, nel quale entrarono alcuni uomini di governo e che come partito continuó ad appoggiare il nuovo governo. 

Il 21 novembre invece Carlo Calenda, membro del Partito Democratico da gennaio, costituì il partito Azione, totalmente contrario al nuovo governo.

Il nuovo governo fu inoltre motivo della spaccatura della federazione La sinistra: mentre il Partito della Rifondazione Comunista rimase all'opposizione, Sinistra italiana appoggió il nuovo governo, esprimendo un sottosegretario.

Il 7 dicembre il Movimento Nazionale per la Sovranità confluisce in Fratelli d'Italia.

Nel 2020 il mondo è colpito dalla pandemia del COVID-19. Il primo caso in Italia è confermato il 30 gennaio.

Il 22 gennaio Luigi Di Maio si dimette dalla carica di capo politico del Movimento 5 stelle, la reggenza viene assunta da Vito Crimi, il membro più anziano del consiglio di garanzia del movimento.

Intanto il governo impone il confinamiento domiciliare e il blocco di tutte le attività, dal 9 marzo al 18 maggio. È permesso lo spostamento per motivi essenziali e l'apertura delle attività essenziali, ossia alimentari e farmacie.

Finito il lockdiwn vengono riaperti bar, ristoranti e parrucchierie, mentre cinema e teatri restano chiusi. Rimane vietato lo spostamento tra regioni.

Il 20 e il 21 settembre si svolge il referendum costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari: da 630 a 400 seggi alla Camera dei Deputati e da 315 a 200 seggi al Senato della Repubblica. Il referendum non richiedeva un quorum e vinse il sì con il 69,96%.

Segue una seconda ondata di COVID-19 in autunno, dove il governo risponde in modo modulare nelle varie regioni. Tuttavia a farne le spese saranno soprattutto le attività di ristorazione, mentre la quasi totalità delle attività continuano, e gli spostamenti vengono sempre meno controllati.

Dopo un lungo periodo di tensione con Italia Viva, il 26 gennaio 2021 Giuseppe Conte rassegna le proprie dimissioni.

Il 3 febbraio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca al Quirinale Mario Draghi, finanziere ed ex presidente della Banca Centrale Europea. Mario Draghi accetta l'incarico con riserva. Il nuovo governo ottiene la fiducia del Senato il 17 febbraio con 262 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astenuti. Il giorno seguente ottiene la fiducia della Camera con 535 voti favorevoli, 56 contrari e 5 astenuti. Il governo è composto oltre che da tecnici, da quasi tutti i partiti, tranne Fratelli d'Italia e altri piccoli partiti.

Il 28 febbraio Giuseppe Conte entra nel Movimento 5 stelle.

L'8 luglio Noi con l'Italia diventa partito, con Maurizio Lupi, dove confluiranno solamente alcuni membri di Alternativa Popolare, ossia quei membri favorevoli all'alleanza di centro-destra e di Scelta civica, partito di fatto sciolto nel luglio 2019.

Il 6 agosto Beppe Grillo nomina Giuseppe Conte primo Presidente del Movimento 5 stelle, carica confermata dagli iscritti con il 93% delle preferenze.

Tra il 24 e il 29 gennaio 2022 si svolgono le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica. Le varie forze politiche propongono diversi candidati ma nessuno ha l'appoggio necessario di parlamentari per ottenere la maggioranza. Al termine dell'ottavo scrutinio un riluttante Sergio Mattarella accetta di diventare per la seconda volta Presidente della Repubblica.