Prima Repubblica

La repubblica italiana nacque in seguito al referendum che si tenne il 2 giugno 1946 per decidere se mantenere la monarchia oppure istituire la repubblica. Tuttavia il referendum per la scelta istituzionale non era condivisa da tutti i partiti: tra dicembre 1945 e gennaio 1946, al termine del quinto congresso del Partito Comunista Italiano, viene proposto che la Costituente dichiarasse abolita la monarchia e proclamasse la repubblica, per evitare che attraverso il referendum vincesse la monarchia. Alcide Degasperi invece vuoleva evitare di schierare il partito a favore dall’una o dall’altra parte. Questo mise il partito in una posizione di ambiguità. Durante il cogresso, tenutosi tra il 24 e il 28 aprile, Attilio Piccioni informa l’Assemblea di un sondaggio che si terrà tra gli iscritti del partito sulla questione repubblica-monarchia. Il 60% voto a favore della repubblica, il 17% a favore della monarchia e il restante 23% non si espresse. In questo modo il partito lasciò liberi gli iscritti di votare a favore di uno o dell’altro ma si rese noto che la maggior parte era a favore della republica.
Tuttavia durante i mesi in cui l'Italia si trasformò da monarchia e repubblica, alcuni partigiani non avevano lasciato le armi: i partigiani comunisti infatti desideravano trasformare l'Italia in una repubblica socialista.
In tale occasione per la prima volta votarono anche le donne. Con il 58% dei voti vinse la repubblica, tuttavia in quei giorni ci furono diverse accuse di brogli.
La bandiera della Repubblica italiana
La bandiera della Repubblica italiana
Alcide Degasperi
Alcide Degasperi

Preso atto dei risultati, Alcide Degasperi, già Presidente del Consiglio, assunse le funzioni di Capo di Stato, mentre lo stesso 13 giugno, il re Umberto II, lasciò volontariamente l'Italia.

Insieme al referendum si votò anche per un Assemblea Costituente, per redigere la nuova Costituzione. In tale Assemblea il primo partito con più voti risultò la Democrazia Cristiana, con 207 deputati; il Partito Socialista di Unitá Proletaria ottenne 115 deputati; il Partito Comunista Italiano ottenne 104 deputati; l'unione democratica nazionale, lista che comprendeva Partito Liberale Italiano, il Partito Democratico Italiano e partiti minori, ottenne 41 deputati; il Partito d'azione ottenne 7 deputati; la Concentrazione democratica repubblicana, movimento di destra ottenne 2 deputati; il Fronte dell'uomo qualunque, movimento populista e antipartitico sorto intorno all'omonimo giornale del commediografo Guglielmo Giannini, e per il quale votarono i fascisti in mancanza di una propria lista, ottenne 30 deputati; il Partito Repubblicano Italiano ottenne 23 deputati; il Blocco nazionale delle libertà, gruppo monarchico, ottenne 16 deputati; il Movimento per l'indipendenza della Sicilia ottenne 4 deputati; Il Partito Cristiano Sociale ottiene 1 deputato e il Movimento Unionista Italiano, un movimento che professava una federazione mondiale ottenne 1 deputato.

Sempre a giugno le quattro potenze vincitrici (Stati uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Francia) invitarono il governo italiano a inviare propri rappresentati alla Conferenza di pace, per esporre eventuali osservazioni. Tuttavia appare chiaro dal testo che all’Italia viene precluso ogni sorta di discussione sule clausole. In sintesi l’Istria viene suddivisa in due: Fiume e Pola alla Jugoslavia, mentre Trieste e Capodistria formarono il Territorio Libero di Trieste.

Sempre secondo il trattato di pace fu ceduto il Dodecaneso alla Grecia, le città di Briga e Tenda alla Francia, l'isola di Sesamo all'Albania e furono stabiliti i pagamenti di danni di guerra all'Urss.

Tra le decisioni più importante di questa Assemblea vi furono la decisione del divieto di tutti i discendenti maschi di Casa Savoia di entrare in territorio italiano.

Il 1 giugno i monarchici sconfitti fondarono il Partito Nazionale Monarchico. Fondatore e primo segretario fu Alfredo Covelli.

Il 28 giugno, alla sua prima seduta, l'Assemblea Costituente, presieduta dal socialista Giuseppe Saragat, nominò Capo di Stato provvisorio Enrico De Nicola.

Il 1mo luglio Alcide Degaaperi si dimette come Presidente del Consiglio, per dare alla luce il primo governo della Repubbluca italiana, che sarà presieduto sempre da lui stesso, che giura il 13 luglio, dando inizio al suo secondo governo. Il suo governo poté contare sull'appogio della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista di Unità Proletaria, del Partito Comunista Italiano e del Partito Repubblicano Italiano.

Nel contempo si stavano formando anche dei movimenti secessionisti e Degasperi cercò di risolvere la situazione costituendo il 15 maggio 1946 la regine a statuto speciale della Sicilia, mentre nel settembre 1946 costituì la regione a statuto speciale del Trentino-Alto Adige, dove accanto all'italiano, a livello regionale fu ufficializzato il tedesco.

Giorgio Almirante
Giorgio Almirante

Il 26 dicembre 1946 si ebbe la fondazione del Movimento Sociale Italiano, da parte dei reduci della Repubblica Sociale Italiana. Suo segretario fu Giorgio Almirante.

Nel 1947 si sciolse il Partito d'azione.

L'11 gennaio nasce dalla scissione del Partito Socialista di Unità Proletaria il Partito Democratico Socialista Italiano, nel contempo il primo prenderà lo storico nome di Partito Socialista Italiano.

Ciò farà cadere il secondo governo Degasperi, al quale segui un terzo governo Degasperi, sempre sostenuto dalla Democrazia Cristiana, dal Partito Socialista Italiano e dal Partito Comunista Italiano.

Degasperi avvicino l'Italia al futuro alleato americano durante il viaggio che fece negli Stati Uniti nel gennaio 1947, nel quale si umiliò chiedendo aiuti economici, facendo entrare l'Italia con gli altri paesi europei nel Piano Marshall. Ciò fece cadere il suo terzo governo con la fuoriuscita di socialisti e comunisti.

Il 1mo giugno Alcide Degasperi giurò nuovamente come Presidente del Consiglio, dando vita al suo quarto governo, con l'appoggiato di Democrazia Cristiana, Partito Liberale Italiano e alcuni indipendenti. Il 14 dicembre si aggiunsero al governo il Partito Democratico Socialista Italiano e il Partito Repubblicano Italiano.

Il 22 dicembre veniva approvata la nuova Costituzione, che rendeva l'Italia una repubblica parlamentare. Secondo tale Costituzione ogni 5 anni il popolo venne chiamato a eleggere i parlamentari, i quali si candidavano all'interno di liste. Successivamente all'interno del Parlamento si dovevano trovare delle maggioranze per formare un governo. Oltre a ciò ogni 7 anni il Parlamento ebbe il compito di eleggere il Presidente della Repubblica.

Nello stesso giorno viene istituita la Regione a statuto speciale della Valle d'Aosta, dove a livello regionale fu ufficializzata la lingua francese.

Il 18 aprile 1948 si svolsero le prime elezioni politiche, ossia quelle per il rinnovo del Parlamento italiano. Si ebbe il 92,12% di affluenza e le principali liste che si fronteggiarono furono la Democrazia Cristiana e il Fronte Democratico Popolare, quest'ultima lista costituita dal Partito Comunista Italiano e dal Partito Socialista Italiano. Al contrario di molti altri paesi europei in Italia, comunisti e socialisti rimasero alleati anche dopo la guerra. La Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza relativa dei voti con il 48,11%, mentre il Fronte Democratico Popolare ottenere il 30%. Invece il Movimento Sociale Italiano ottenne il 2,01% dei voti.

In seguito a queste elezioni si formò il quinto governo Degasperi sostenuto, oltre che dalla Democrazia Cristiana, dal Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Liberale Italiano e Partito Repubblicano Italiano, rimasto in carica dal 24 maggio 1948 al 27 gennaio 1950.

Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano sciolsero la lista del Fronte Democratico Popolare, decidendo che in seguito si sarebbero presentati con i propri simboli. Tuttavia il 14 luglio 1948 ci fu un attentato a Palmiro Togliatti da parte dello studente Antonio Pallante, in seguito fu sparsa la falsa voce della sua morte e si sollevo una protesta popolare per deporre il governo di Degasperi. In quest'occasione, la sera stessa, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro, la confederazione che fino ad allora riuniva tutti i lavoratori, decise di convocare uno sciopero generale. Messo all'ordine del giorno, lo sciopero non fu votato dai lavoratori di matrice democristiana, anche perchè la stessa CGIL durante un suo manifesto accusò il governo di aver creato il clima perché avvenisse l'attentato a Palmiro Togliatti.

Invece Togliatti fu salvato dai medici e lui stesso attraverso la radio invitò i suoi compagni a deporre le armi. Così i lavoratori di matrice democristiana fondarono il 15 settembre la Libera CGIL, che il 30 aprile 1950 cambierà nome in Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori.

Nel 1949 l'Italia aderì alla Nato, organizzazione che comprendeva Stati Uniti, Canada e diversi paesi dell'Europa occidentale. Secondo tale trattato l'attacco a un paese membro doveva considerarsi un attacco anche a tutti gli altri paesi membri.

Il 21 novembre l'assemblea generale delle Nazioni Unite assegnó la Somalia, precedentemente colonia del Regno d'Italia e durante la guerra occupata dal Regno Unito, che aveva già come colonia la Somalia inglese,  in Amministrazione fiduciaria, all'Italia. L'Italia fu l'unico paese a vedersi assegnato un territorio in Amministrazione fiduciaria anche sè non era ancora membro delle Nazioni Unite e venisse considerato un paese sconfitto.

Segue il governo De Gasperi VI, in carica dal 27 gennaio 1950. Durante questo governo fu istituita la Cassa del Mezzogiorno che ebbe la finalità di finanziare opere industriali tese allo sviluppo del sud.

Il 1mo aprile l'Italia prende ufficialmente possesso della Somalia come Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite.

Il 18 aprile del 1951 l'Italia fu tra i sei paesi fondatori della Comuni Economica del Carbone e dell'Acciao (CECA), che nel 1958 diventerà la Comunità Economica Europea.

Degasperi guiderà il suo settimo governo dal 26 luglio 1951 al 16 luglio 1953.

Il 7 giugno 1953 si tennero le elezioni politiche che potarono al secondo rinnovamento del Parlamento. In questa occasione Degasperi introdusse una legge elettorale che dava diritto alla lista che avesse ottenuto il 50% dei voti il 65% dei seggi alla Camera dei Deputati. Per raggiungere il quorum Democrazia Cristiana, Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Repubblicano Italiano e Partito Liberale Italiano si presentarono uniti nell'unica lista Blocco di Centro. L'affluenza al voto fu del 93,81%. Tuttavia ottennero solo il 49,80% alla Camera dei deputati e il 48,45% al Senato della Repubblica. Il Partito Comunista Italiano prese il 22,60% alla Camera dei deputati e il 20,21% al Senato della repubblica, mentre il Partito Socialista Italiano prese il 12,70% alla Camera dei deputati e l'11,91% al Senato della repubblica. In questo modo Degasperi riuscì a formare il suo ottavo e ultimo governo che durò dal 16 luglio al 2 agosto.

Nel 1953 fu varata la legge Scelba che vietava la ricostituzione del disciolto Partito Fascista. Tuttavia Degasperi si ammalo e decise di lasciare la politica.

Seguirono dal 17 agosto 1953 al 18 gennaio 1954 il Governo Pella (Giuseppe Pella); dal 18 gennaio 1954 al 10 febbraio 1954 il Governo Fanfani I (Amintore Fanfani); dal 10 febbraio 1954 al 6 luglio 1955 il Governo Scelba (Mario Scelba).

Il 2 giugno 1954, nacque dalla scissione del Partito Nazionale Monarchico, per iniziativa di Achille Lauro, il Partito Monarchico Popolare. Tale scissone era dovuto dal contrasto tra Achille Lauro, interessato ad avvicinarsi all'area governativa, in particolare alla Democrazia Cristiana, e Alfredo Covelli, segretario del Partito Nazionale Monarchico, interessato a un alleanza con il Movimento Sociale Italiano. Entrambi tuttavia rimasero all'opposizione, mentre a livello regionale fu possibile un alleanza tra Democrazia Cristiana e Partito Monarchico Popolare.

Il 5 ottobre l'Italia riprende possesso della città di Trieste, che fino ad allora fece parte dello Stato Libero di Triste, stato che di fatto non esistette mai in quanto la zona cosiddetta "A", comprendente appunto la città di Trieste, fu amministrata dagli anglo-americani, mentre la zona cosiddetta "B" fu amministrato dagli jugoslavi.

L'11 dicembre 1955 da una scissione del Partito Liberale Italiano si costituì il Partito Radicale, con l'obiettivo di attuare uno Stato di diritto. Il comportamento elettorale del Partito Radicale fu sempre molto complesso: per i primi vent'anni non di presenteranno alle varie tornate elettorali, successivamente appoggeranno specifici candidati di altri partiti oppure presenteranno il proprio simbolo ma solo per invitare gli elettori a lasciare scheda bianca. Tuttavia negli anni seguenti portò avanti gli ideali delle libertà femminili e sessuali.

Seguono dal 6 luglio 1955 al 19 maggio 1957 il Governo Segni I (Antonio Segni) e dal 19 maggio 1957 al 19 giugno 1958 il Governo Zoli(Adone Zoli).

Il 25 maggio 1958 si tennero le terze elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. L'affluenza al voto fù del 93,91%. La Democrazia Cristiana ottene la maggioranza dei voti con il 42,53% alla Camera dei deputati e il 41,23% al Senato della repubblica, seguita dal Partito Comunista Italiano, che ottene il 22,68% alla Camera dei deputati e il 21,80% al Senato della repubblica, e dal Partito Socialista Italiano che ottenne il 14,23% alla Camera dei deputati e il 14,08% al Senato della repubblica.

In seguito a ciò si formó dal 1º luglio 1958 al 26 gennaio 1959 il secondo governo Fanfani.

Il 15 febbraio si formò il secondo governo Segni, composto dalla sola Democrazia Cristiana, ma che ebbe anche l'appoggio esterno del Partito Liberale Italiano, del Movimento Sociale Italiano, del Partito Nazionale Monarchico e del Partito Monarchico Popolare.

L'11 aprile 1959 i due citati partiti monarchici si riunificarono nel Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica.

Il 25 marzo cade il secondo governo Segni.

Dopo che Segni non riuscì a formare un nuovo governo, il 21 marzo il presidente Gronchi incarica Fernando Trombini di formare un nuovo governo. Trombini presenta un governo monocolore, suscitando polemiche all'interno del suo partito e ovviamente dei partiti che precedentemente avevano fatto parte dei governi a guida democristiana. Tuttavia riesce a formare un governo il 26 marzo grazie ai voti sia di Democrazia Cristiana e che del Movimento Sociale Italiano.

In seguito a un congresso del Movimento Sociale Italiano a Genova, scoppiarono diverse proteste sia a Genova che in altre città italiane. A causa di ciò il 19 luglio Trombini rassegna le dimissioni.

Il 1mo luglio 1960 l'amministrazione fiduciaria della Somalia ottiene ufficialmente l'indipendenza, unendosi alla Repubblica del Somaliland, l'ex Somalia inglese, che aveva l'indipendenza qualche giorno prima, costituendo la Repubblica Somala.

Segue un terzo governo Fanfani, il 27 luglio 1960. Nonostante le precedenti polemiche, anche questo governo fu costituito esclusivamente da uomini della Democrazia Cristiana, questa volta questo governo ebbe l'appoggio esterno del Partito Socialista Democratico Italiano, dal Partito Liberale Italiano e dal Partito Repubblicano Italiano.

Il 2 febbraio 1962 cade il terzo governo Fanfani. Segue un quarto governo Fanfani dal 22 febbraio 1962 al 16 maggio 1963. Questa volta oltre alla democrazia Cristiana in questo governo saranno presenti il Partito Socialista Democratico Italiano e il Partito Repubblicano Italiano. Ebbe inoltre l'appoggio esterno del Partito Socialista Italiano.

Il 28 e 29 aprile 1963 si tennero le quarte elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. L'affluenza al voto fu  del 92,99% Si ebbe un leggero calo della Democrazia Cristiana, che prese il 38,28% alla Camera dei deputati e il 36,47% al Senato della repubblica. Il Partito Comunista Italiano prese il 25,26% alla Camera dei deputati e il 23,52% al Senato della repubblica, mentre il Partito Socialista Italiano prese il 13,84% alla Camera dei deputati e il 14,01% al Senato della repubblica.

Il Presidente della Repubblica Segni incarica Giovanni Leone per formare il governo. Egli forma un governo temporaneo dal 22 giugno al 5 dicembre 1963. Anche questo governo fu formato solo da personalità della Democrazia Cristiana, dove in Parlamento aveva solo una maggioranza relativa e Giovanni Leone riuscì a formare il suo governo grazie al'astensione di diversi partiti.

Dopo questo governo il Presidente Segni da l'incarico di formare il nuovo governo ad Aldo Moro, già da tempo Presidente della Democrazia Cristiana e al quale lo aveva già dato in precedenza, subito dopo le elezioni, tuttavia in quell'occasione non era riuscito a formare il governo. Alla fine riesce a trovare un accordo con il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialista Democratico Italiano e il Partito Repubblicano Italiano. Forma il suo primo governo il 4 dicembre 1963. Tuttavia vi erano correnti interne sia ala Democrazia Cristiana che al Partito Socialista Italiano che non erano favorevoli a questo accordo.

La corrente più a sinistra del Partito Socialista Italiano non favorevole a quest'accordo fondò il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.

Nonostante ciò Aldo Moro dovette formare un secondo governo, in carica dal 23 luglio 1964 al 21 gennaio 1966 e un terzo governo, in carica dal 24 febbraio 1966 al 5 giugno 1968.

Il 19 e il 20 maggio 1968 si tennero le quinte elezioni per il rinnovo del Parlamento. In quest'occasione si presentò il Partito Socialista Unificato, un tentativo di unificazione tra il Partito Socialista Italiano e il Partito Socialista Democratico Italiano, formatosi il 30 ottobre 1966.

L'affluenza al voto fu del 92,91%. La Democrazia Cristiana prese il 39,12% alla Camera dei deputati e il 38,34% al Senato della repubblica. Il Partito Comunista Italiano prese il 26,90% alla Camera dei deputati e il 30% al Senato della repubblica. Il Partito Socialista Unificato prese il 14,48% alla Camera dei deputati e il 15,22% al Senato della repubblica.

In seguito Giovanni Leone riuscì a formare un suo secondo governo grazie al solo appoggio della Democrazia Cristiana, in carica dal 25 giugno 1968 al 19 novembre 1968. Gli succede Mariano Rumor che forma il suo primo governo, in carica dal 13 dicembre 1968 al 6 agosto 1969, grazie all'appoggio di Democrazia Cristiana, Partito Socialista Unificato e Partito Repubblicano Italiano. Segue un secondo governo Rumor in carica dal 6 agosto 1969 al 7 febbraio 1970, questa volta con il solo appoggio della Democrazia Cristiana.

Questo periodo fu conosciuto più tardi come autunno caldo del 1969. Si sollevarono gli studenti universitari che ritennero i sistemi di insegnamenti “autoritari”. A essi preso si unirono le proteste degli operai che ottennero dai vari sindacati le 40 ore lavorative, una regolamentazione degli straordinari, la revisione del sistema pensionistico, il diritto di assemblea; nel 1970 verrà infine approvato lo statuto dei lavoratori.

Nel 1970 si costituirobo le Brigate rosse, organizzazione terroristica paramikitare di matrice comunista. Il 17 settembre rivendicarono la prima azione terroristica: a Milano, due taniche di benzina vennero fatte esplodere nel box auto di Giuseppe Leoni, direttore del personale alla Sit-Siemens.

Il 1 dicembre fu istituito il divorzio. 

Un terzo governo Rumor entrò in carica dal 28 marzo 1970 al 6 agosto 1970 con l'appoggio  della Democrazia Cristiana, degli appena ricostituiti l'anno prima Partito Socialista Italiano e Partito Socialista Democratico Italiano e dal Partito Repubblicano Italiano; segue un primo governo di Giovanni Colombo, in carica dal 6 agosto 1970 al 15 gennaio 1972 con l'appoggio del medesimi partiti e un primo governo di Giulio Andreotti, in carica dal 18 febbraio al 26 febbraio 1972.

Il 7 e 8 maggio 1972 si svolse le seste elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento Italiano. L'affluenza al voto fu del 93,26%. Le elezioni confermarono la Democrazia Cristiana come primo partito, ottenendo il 38,66% alla Camera dei deputati e il 38,07% al Senato della repubblica. Seguono il Partito Comunista Italiano con il 27,15% al Senato della repubblica e il 27,60% al Camera dei deputati e il Partito Socialista Italiano con il 9,61% al Senato della repubblica e il 10,71% alla Camera dei deputati.

In seguito a queste elezioni Giuglio Andreotti riesce a formare il suo secondo governo con l’appoggio della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista Democratico Italiano e del Partito Liberale Italiano, in carica dal 26 giugno 1972.

Il 13 luglio il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria con il suo quarto congresso decise la confluenza nel Partito Comunista Italiano.

Il 7 luglio 1973 il terzo governo Andreotti cade e segue il quarto governo Rumor, dal 7 luglio 1973 al 14 marzo 1974, con l’appoggio di Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano e Partito Repubblicano Italiano.

Un quinto governo Rumor è in carica dal 14 marzo 1974, con l'appoggio di Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano e Partito Socialista Democratico Italiano. 

Il 17 giugno le Brigate rosse compirono il loro primo omicidio a Padova, uccidendo due militanti del Movimento Sociale Italiano.

Il 23 novembre 1974 cade il quinto governo Rumor.

Segue un quarto governo Moro, dal 23 novembre 1974 al 12 febbraio 1976, con l’appoggio della Democrazia Cristiana e del Partito Repubblicano Italiano e infine un quinto governo Moro, dal 12 febbraio 1976 al 29 luglio 1976, con il solo appoggio della Democrazia Cristiana.

Il 20 e il 21 giugno 1976 si svolsero le settime elezioni politiche. L'affluenza al vito fu del 93,40%. La Democrazia Cristiana ottenere il maggior numero di voti (38.71 % alla Camera dei Deputati e 38.88 % al Senato della Repubblica) ma nello stesso tempo nè perse molti a favore in particolare del Partito Comunista Italiano (34.37 %  alla Camera dei Deputati e 33.83 % al Senato della Repubblica). Furono inoltre le prime elezioni politiche dove parteciparono i diciottenni.

Successivamente Giulio Andreotti forma il suo terzo governo, dal 30 luglio 1976 al 13 marzo 1978.

Aldo Moro
Aldo Moro

Questo periodo è conosciuto con il nome di Compromesso storico, in quanto questo governo riuscì a ottenere la maggioranza dei voti grazie all'astensione del Partito Comunista Italiano. Fautori di tale riavvicinamento furono in particolare il segretario del PCI Enrico Berlinguer e il presidente della DC Aldo Moro, tuttavia questa linea non fu ben accetta nel resto dei rispettivi partiti. Questo porto le Brigate Rosse, un organizzazione terroristica di estrema sinistra, ad assassinare il presidente Aldo Moro, il 16 marzo 1978, proprio nel giorno di fiducia del quarto governo Andreotti.

Segue quindi il citato quarto governo Andreotto dal 13 marzo 1978 al 31 gennaio 1979.

Il 22 maggio 1978 viene promulgata la Legge 194 che legalizzatava l'aborto, facendola passare come una conquista dei movimenti femministi in quanto fu fatta per dare alla donna la libertà sul proprio corpo invece che farlo passare per l'assassinio di un altro essere. Inoltre allo stesso tempo al padre non fu dato nessun diritto di decisione, il quale poteva legalmente essere ignaro della situazione.

Giulio Andreotti diete le dimissioni dal suo quarto governo perchè pressato dal Partito Comunista Italiano che voleva partecipare attivamente al governo.

Infine Andreotti forma il suo quinto governo con l'intento di non ottenere la fiducia e andare a elezioni anticipate, infatto il suo governo fu in carica dal 21 marzo 1979 al 5 agosto 1979, dopo di ché il Presidente della Repubblica Pertini sciolse anticipatamente le due camere del Parlamento.

Il 3 e 4 giugno 1979 si svolsero le ottave elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Il primo partito per numero di voti fu la Democrazia Cristiana che ottenere il 38,30% alla Camera dei deputati e il 38,34% al Senato della repubblica. Il Partito Comunista Italiano ottene il 30,38% alla Camera dei deputati e il 31,46% al Senato della repubblica. Il Partito Socialista Italiano ottenne il 9,81% alla Camera dei deputati e il 10,38% al Senato della repubblica.

A seguito di queste elezioni si suseguono ben sei governi: Francesco Cossiga forma il suo primo governo, in carica dal 4 agosto 1979 al 4 aprile 1980, ottenendo i voti dalla Democrazia Cristiana, dal Partito socialista Democratica Italiano e dal Partito Liberale Italiano; in seguito forma un secondo governo, in carica dal 4 aprile 1980 al 18 ottobre 1980, sostenuto da Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano e Partito Repubblicano Italiano.

Arnaldo Forlani forma il suo governo in carica dal 18 ottobre 1980 al 26 maggio 1981, sostenuto da Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano e Partito Repubblicano Italiano.

Ė intorno a questo periodo che nacque il Pentapartito, durante un congresso del PSI, un accordo siglato tra Bettino Craxi, segretario del PSI dal 15 luglio 1976 all'11 febbraio 1993, e Arnoldo Forlani, segretario della DC dal febbraio 1989 al ottobre 1992. Tale accordo prevedeva di alternare alla presidenza del Consiglio personalità non solo della Democrazia Cristiana ma anche del Partito Socialusta Italiano, del Partito Socialista Democratico Italiano, del Partito Repubblicano Italiano e del Partito Liberale Italiano.

In questo conreso Giovanni Spadolini forma il suo primo governo in carica dal 28 giugno 1981 al 7 agosto 1982, personalità proveniente dal Partito Repubblicano Italiano.

Segue un secondo governo Spadolini in carica dal 23 agosto 1982 al 13 novembre 1982, sostenuto dai medisimi partiti.

Amintore Fanfani forma il suo quinto governo in carica dal 1º dicembre 1982 al 29 aprile 1983, sostenuto da Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano e Partito Liberale Italiano. Cade per la fuoriuscita del Partito Socialista Italiano dal governo.

Bettino Craxi
Bettino Craxi

Il 26 e 27 giugno 1983 si tennero le none elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. L'affluenza al voto fu dell'88,42%. La Democrazia Cristiana perse un pò di voti ottenendo il 32,93% alla Camera dei deputati e il 32,41% al Senato della repubblica. Il Partito Comunista Italiano ottiene il 29,89% alla Camera dei deputati e il 30,81% al Senato della repubblica. Il Partito Socialista Italiano cresce leggermente ottenendo l'11,44% alla Camera dei deputati e l'11,39% al Senato della repubblica.

Per questo motivo tutti i partiti del Pentapartito si acordaron per dare il voto a Bettino Craxi, segretario del PSI, come Presidente del Consiglio, che entrò in carica con il suo primo governo il 4 agosto 1983.

Il 18 febbraio 1985 il governo firma un nuovo Concordato con la Santa Sede: d'ora in poi la religione cattolica non è più religione di Stato. 

A ottobre quattro terroristi palestinesi prendono in ostaggio la nave crocera "Achille Lauro" al largo delle coste egiziane, la quale era diretta per Israele. Grazie all'intervento del leader indipendista palestinese Yasser Arafat gli ostaggi vengono liberati anche se uno di essi, un cittadino americano, rimane ucciso. I terroristi s'imbarcono con un aereo a Tunisi ma vengono intercettati dai caccia americani che li costringono ad atterrare nella base Nato di Siganella con l'intento di portarli negli Stati Uniti per arrestarli. Tuttavia Bettino Craxi per far rispettare la sovranità italiana ordina all'aero di partire alla volta di Roma per poi arrestare i dirottatori.

In seguito alla mancata approvazione a un decreto legge sulla finanza locale (293 voti contrari e 266 favorevoli), il governo cade il 27 giugno 1986.

Bettino Craxi formò un secondo governo in carica dal 1º agosto 1986.

Il 16 novembre 1986 nasce la Federazione delle Liste Verdi, che riunisce le diverse organizzazioni ecologista che l'anno prima si erano già presentate nelle elezioni regionali.

Il 3 marzo 1987 cade il secondo governo di Bettino Craxi.

In seguito Antonio Fanfani costituisce il suo quinto governo, formato da membri della sola Democrazia Cristiana e da alcuni tecnici, in carica dal 18 aprile 1987 al 28 aprile 1987. Tuttavia non ottenne mai la fiducia dal Parlamento, provocandone la caduta e lo scioglimento anticipato delle camere. Il voto fu quasi surreale: mentre socialisti, socialdemocratici e radicali, che erano esclusi dal governo votarono a favore, i democristiani si astennero.

Il 14 e 15 giugno 1987 si svolsero le decime elezioni per il rinnovo del Parlamento. L'affluenza al vito fu dell'88,60%. La Democrazia Cristiana continuò a ottenere il maggior numero di voti con il 34,31 % alla Camera dei deputati e il 33,62 % al Senato della repubblica. Segue il Partito Comunista Italiano con il 26,57 % alla Camera dei deputati e il 28,33 % al Senato della repubblica e il Partito Socialista Italiano con il 14,27 % alla Camera dei deputati e il 10,91 % al Senato della repubblica.

Dopo le elezioni Giovanni Goria forma il suo governo in carica dal 28 luglio 1987 al 13 aprile 1988.

Segue il governo di Ciriaco De Mita, in carica dal 13 aprile 1988 al 22 luglio 1989.

Giulio Andreotti torna per terminare questa legislatura costituendo un sesto governo in carica dal 22 luglio 1989.

Intanto ci sono alcuni cambiamenti nella scena politica. Già il 1mo gennaio 1989 il Partito Radicale si trasforma, seconda la decisione presa durante il congresso tenutosi l'anno precedente, in Partito Radicale Transnazionale, rendendolo un partito internazionale che continuerà a operare in Italia ma sotto liste che porteranno altri nomi. 

Il 4 dicembre 1989 viene fondata la Lega Nord, partito che unisce in maniera federale 6 partiti regionali. Tra i Fo datori vi è Umberto Bossi che viene nominato segretario. Per un certo periodo inneggiò all'indipendenza dell'Italia settentrionale, chiamata dal partito Padania.

Il 9 dicembre 1990 la Federazione delle Liste Verdi e i Verdi Arcobaleno si uniscono nella Federazione dei Verdi.

Mentre il 3 febbraio 1991 il Partito Comunista Italiano decide, durante il suo XX congresso, di cambiare nome in Partito Democratico della Sinistra. Nel nuovo partito Achille Occhetto, già segretario nel PCI viene confermato segretario del nuovo partito.

Il 12 aprile 1991 l'uscita del Partito Repubblucano Italiano dal governo nè provoca la caduta.

In seguito Giulio Andreotti forma un settimo governo in carica dal 12 aprile 1991. Questo governo ottiene la fiducia con i medesimi partiti tranne del Partito Repubblicano Italiano. Il Pentapartito diventa Quadripartito.

Il 14 novembre 1991 Maurizio Lupi, fino ad allora un membro della Federazione dei Verdi, fonda un altro movimento ecologista ma ideologicamente lontano dalla sinistra: i Verdi Verdi.

Il 12 dicembre 1991, una corrente interna al Partito Democratico della Sinistra, fino ad allora denominata Movimento della Rifondazione Comunista, contrari da sempre allo scioglimento del PCI, si trasforma definitivamente nel Partito della Rifondazione Comunista.

Il settimo governo di Giulio Andreotti cade il 24 aprile 1992.

Fu in questo periodo che presto si scoprì una serie di alleanze tra partiti politici e imprenditori. Il primo atto di quest'inchiesta, detta di Mani pulite, era avvenuto il 17 febbraio 1992 ad opera del pool della procura di Milano guidato dal pubblico ministero Antonio Di Pietro, con l'arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del PSI milanese, colto in flagrante mentre stava cercando di distruggere una tangente ricevuta dall'imprenditore Luca Magni. Quest'ultimo stanco di pagare chiese aiuto alle forze dell'ordine. Magni, d'accordo coi carabinieri e con Di Pietro, fece ingresso alle 17:30 nell'ufficio di Mario Chiesa, portando con sé 7 milioni di lire, corrispondenti alla metà di una tangente richiestagli da quest'ultimo; l'appalto ottenuto dall'azienda di Magni era infatti di 140 milioni e Chiesa aveva preteso per sé il 10%, ossia 14 milioni. Magni aveva un microfono e una telecamera nascosti e, appena Chiesa ripose i soldi in un cassetto della scrivania, dicendosi disponibile a rateizzare la transazione, nella stanza irruppero i militari, che notificarono l'arresto. Chiesa, a quel punto, afferrò il frutto di un'altra tangente, stavolta di 37 milioni, e si rifugiò nel bagno attiguo, dove tentò invano di liberarsi del maltolto buttando le banconote nel water.

Il segretario socialista Bettino Craxi negò l'esistenza di atti di corruzione a livello nazionale, definendo Mario Chiesa un "mariuolo isolato". Rinchiuso nel carcere di San Vittore, in un primo momento non confesso. In seguito furono scoperti e messi sotto sequestro due suoi conti correnti svizzeri. Alla fine fu costretto a dire la verità è si scoprì tutta una serie di tangenti che coinvolgevano quasi tutti i partiti, anche a livello nazionale a dispetto di ciò che aveva detto Bettino Craxi.

Il 5 e 6 aprile 1992 si tenne l'undicesimo rinnovo del Parlamento. L'affluenza al voto fu dell'87,07%. I principali partiti rimasero la Democrazia Cristiana che ottene il 29,66% alla Camera dei deputati e il 27,27% al Senato della repubblica; il Partito Democratico della Sinistra che ottene il 16,11% alla Camera dei deputati e il 17,05% al Senato della repubblica e il Partito Socialista Italiano che ottene il 13,62% alla Camera dei deputati e il 13,57% al Senato della repubblica.

Da queste elezioni il Quadripartito riuscì ad appoggiare il primo governo di Giuliano Amato, in carica dal 28 giugno 1992.

Il 15 dicembre Bettino Craxi ricevette il primo avviso di pagamento, tuttavia ne seguirono molti altri. In seguito anche Forlani e Andreotti entrarono tra le vittime di Tangentopoli.

Il primo governo di Giuliano Amato cade il 22 aprile 1993.

Seguo il governo di Carlo Azeglio Ciampi in carica dal 29 aprile 1993. Fu sostanzialmente il primo governo tecnico in quanto il Presidente del consiglio non faceva parte di nessuna forza politica, inoltre fu il primo Presidente del consiglio non parlamentare. Tuttavia ebbe l'appoggio di Democrazia Cristiana, Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Repubblicano Italiano, Partito Liberale Italiano, Partito Democratico della Sinistra e Federazione dei Verdi. Tuttavia gli ultimi due ritirarono il loro appoggio al nuovo governo dopo circa 10 ore in quanto la Camera dei deputati respinse quasi tutte le richieste di autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi.

Lo stesso Bettino Craxi, il giorno stesso al voto di fiducia del governo disse in Parlamento: <<Basta con l'ipocrisia!, tutti i partiti si servono delle tangenti per autofinanziarsi, anche quelli che qui dentro fanno i moralisti>>.

Il 18 gennaio 1994 la Democrazia Cristiana si divide in Partito Popolare Italiano, che di fatto rimane lo stesso, rimanendo almeno all'inizio di centro e in Centro Cristiano Democratico di cui i principali fondatori sono Pier Ferdinando Casini e Clemente Mastella, più tendenti al futuro centrodestra.

Quello stesso giorno l'imprenditore Silvio Berlusconi fonda Forza Italia, di cui viene nominato presidente. È un partito in generale moderato, entrando al suo interno sia democristiani, socialisti e liberali. Per Silvio Berlusconi sarà l'inizio della sua agonia: imprenditore nel settore televisivo ed edile sarà vittima di numerosi procedimenti giudiziari, dai quali nè uscirà sempre pulito, almeno fino al 1° agosto 2013.

Il 6 febbraio 1994 il Partito Liberale Italiano, che aveva sfiorato le inchieste di Mani pulite, decise il suo scioglimento. Contestualmente al suo scioglimento nasce la Federazione dei Liberali.

Ciampi terminò il governo l'11 maggio 1994.