Il 23 marzo 1919 Benito Mussolini, ex combattente durante la Prima guerra mondiale, ex socialista, organizza un raduno a Milano, con altri ex combattenti, fondando i Fasci Italiano di combattimento, in quanto consideravano i trattati di pace firmati dall’Italia umilianti: se da una parte l’Italia aveva ottenuto il Trentino, aveva dovuto rinunciare a città come Fiume o Zara, dove la maggioranza era italiana e che erano state garantite all’Italia, in cambio dell’entrata in guerra con Francia e Regno Unito, si iniziò a parlare di “vittoria mutilata”.
Appena 20 giorni dopo la fondazione si formano le squadre d’azioni, con l’obiettivo di intimorire gli avversari in modo brutale e fisico, scontrandosi principalmente con i socialisti: per esempio attacrono la sede del giornale “Il popolo d’Italia”.
Durante le elezioni politiche del 1919 si presentarono nel solo comune di Milano, non ottenendo nessun rappresentante nel Parlamento italiano. In seguito il movimento si diffuse in tutto il territorio nazionale.
Nelle elezioni del 15 maggio 1921 i Fasci italiani di combattimenti riuscirono a portare in Parlamento i primi rappresentati.
Il 9 dicembre 1921 i Fasci italiani di combattimento, unendosi all’Associazione Nazionalista Italiana, diedero vita al Partito Nazionale Fascista, di cui Benito Mussolini continuo a esserne il leader. Il Partito era in principio repubblicano e anticlericale, definendosi né di destra né di sinistra.
Durante un congresso tenutosi a Milano fu decisa la marcia su Roma, arrivando con 40.000 camice nere, cosi chiamati i membri del partito, il 28 ottobre. Il re Vittorio Emanuele III non dichiarò lo stato d’assedio e vietò al Regio esercito di intervenire, per evitare una guerra civile, ma soprattutto per evitare che comunisti e socialisti in seguito avrebbero insieme ottenuto maggiori rappresentati nel Parlamento nazionale. Per questo lo stesso giorno il re mandò una missiva firmata a Benito Mussolini per convocarlo con il fine di formare il nuovo governo.
A soli 39 anni Benito Mussolini divenne il Presidente del Consiglio più giovane d’Italia, e per fare questo dovette rinnegare i principi repubblicani e anticlericali, sapendo che mai e poi mai avrebbe potuto ottenere il governo mettendosi contro Casa Savoia e la Chiesa. Il governo oltre che di fascisti fu formato anche da moderati di centro e di destra e militari.
Benito Mussolini volle organizzare le squadre fasciste, dei quali spesso non si fidava, in quanto i rass, i capi delle diverse suqdre fasciste, spesso mettevano in discussione l'autorià di Benito Mussolini: il 1mo febbraio 1923 insderì le squadracce fasciste nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
In occasione delle elezioni politiche del 6 aprile 1924, fece approvare la legge Acerbo, una nuova legge elettorale, che avrebbe garantito la maggioranza di due terzi dei seggi alla lista che avesse ottenuto almeno un quarto di voti.
La campagna elettorale si svolse in un clima di violenza e la Lista Nazionale, guidata da Benito Mussolini, ottene il 60% dei voti.
Il 30 maggio il deputato socialista Giacono Matteotti prese la parola alla Camera, denunciando il clima di violenza che si era svolto durante la campagna elettorale. Il 10 giugno Gioacomo Matteotti fu rapito e successivamente ucciso da una squadra fascista.
Con il discorso del 3 gennaio 1925 Benito Mussolini si rese responsabile dell’accaduto:
«Dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi.»
Il 15 dicembre fu istituito il Gran Consiglio del Fascismo come organo del Partito Nazionale Fascista.
Con la legge del 25 dicembre Benito Mussolini divenne capo del governo primo ministro segretario di Stato, responsabile di fronte al solo re e non più al Parlamento. Gli altri ministri oltre che responsabili di fronte al Re furono responsabili anche di fronte al primo ministro.
Durante il 1925 Benito Mussolini cercò di far adottare all'Italia una politica economica autarchica: l'obiettivo era rendere l'Italia autosufficiente per la produzione di gran parte di materiali
Il 26 dicembre 1926 un Regio decreto sciolse tutti i partiti, associazioni e organizzazione, tranne il Partito Nazionale Fascista.
Il 16 marzo 1928 la Camera dei Deputati venne chiamata a votare una nuova legge elettorale: il criterio era quella di stilare una lista unica di 400 candidati proposti dal Gran Consiglio del Fascismo. I votanti dovevano semplicemente votari si o no a tale lista. La legge passò con 206 si e e 15 no. Unica protesta fu quella di Giolitti, quasi subito zittito da Benito Mussolini con la frase: «Verremo da lei a imparare come si fanno le elezioni».
Il 9 dicembre il Gran Consiglio del Fascismo divenne il massimo organo dello Stato italiano.
Il 21 aprile 1927 fu promulgata la Carta del Lavoro: di fatto furono resi legali i soli sindacati fascisti.
il 13 febbraio 1929 Benito Mussolini decise di normalizzare anche i suoi rapporti con la Chiesa: tra il Regno d'Italia e la Santa Sede furono firmati i Patti Lateranensi, in cui di fatto si dava a quest'ultima la sovranità di un territorio di neanche 1 chilometro e dando quindi vita allo Stato della Città del Vaticano. Inoltre l'Italia si impegnava a versa una quota annuale al Vaticano e di rendere il clero essente dal servizio militare.
Il 24 marzo 1929 si svolsero le 28me elezioni politiche del Regno d'Italia: il popolo italiano, con una nuova legge, fu chiamato a votare in toto la lista di 400 deputati. Vinse il SI con il 98,34% dei voti, l'affluenza fu dell'89,6%. E’ l’inizio della 19ma legislatura.
Tuttavia nonostante la dittatura che stava instaurando Benito Mussolini l'Italia continuo a vivere grandi difficoltà: aumento dei prezzi, aumento della disoccupazione e diminuzione dei salari. Fu combattuto ciò stampando più moneta, producendo un tipo di pane con meno farina, ma anche in altri modi drastici.
Il 25 marzo 1934 si svolsero le 29me elezioni politiche del Regno d'Italia. Come la volta precedente il popolo italiano fu invitato a votare a favore o contro una lista di 400 deputati, barrando SI o NO. Vinse il SI con il 99,85% dei voti, l'affluenza fu del 96,46%.
Il 13 giugno avrebbe il primo incontro tra Benito Mussolini e il nuovo cancelliere tedesco Hadolf Hitler, leader del Partito Nazionalsocialista, più conosciuto come Partito nazista. E quest'ultimo a prendere l'iniziativa: è da poco al potere, inoltre vede Benio Mussolini, da sempre, nonostante non si conoscano di persona, come esempio da prendere. La motivazione dell'incontro fu riavvicinare i due paesi, che fino ad allora erano in rapporto molto tesi. L'incontro avviene a Stra, un paesino vicino a Venezia, in quanto Benito Mussolini voleva sottolineare che l'Italia aveva preso possesso di questi territori durante il primo conflitto, che alcuni storici consideravano la fine del Risorgimento.
L'indomani i due dittatori fecero un colloqui a Venezia: Hitler prometteva a Mussolini di non annettere l'Austria, in cambio l'Italia doveva lasciare la protezione dell'Austria. Gli incontri durarono fino al 16 giugno.
Tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936 si svolse la guerra d'Etiopia: Benito Mussolini voleva dotare l'Italia di un impero coloniale e stare in passo con il nuovo alleato tedesco. L'Impero d'Etiopia era uno dei due unici stati rimasti indipendenti in Africa, dove l'Italia possedeva già Somalia ed Eritrea. Per la prima volta in questa guerra si utilizzarono armi chimiche, tra le quali il gas asfissiante fosgene e il gas vescicante iprite. La guerra terminò con l'ingresso del generale Pietro Badoglio nella capitale Adis Abeba. L'impero d'Etiopia fu unita alle già colonizzate Somalia ed Eritrea per formare l'Africa Orientale Italiana.
Per questo ll'11 ottobre 1935 l'Italia fu espulsa dalla Società delle Nazioni, di cui faceva parte.
Il 18 aprile 1936 scoppiò la guerra civile spagnola, che contrapponeva le forze di sinistra al potere, e le falange spagnole, movimento simile al fascismo. L'Italia e la Germania mandarono volontari per sostenere le forze della falange, e nonostante i numerosi alleati del governo, le falange nella persona di Francisco Franco, presero il potere.
Tra il 25 e il 30 settembre 1937 Benito Mussolini si reca in Germania, su insistenza dello stesso Hitler, per ricambiare l'invito. Hadolf Hitler usò quest'incontro soprattutto per forgiare la potenza tedesca, compresa l'esercito.
Tra il 3 e l'8 maggio 1938 Hitler farà visita all'Italia, scendendo a Roma. All'inizio Hitler si trovò un po a disaggio: tra il gruppetto di ufficiali in prima linea vi era il re e aveva difficoltà a comunicare e vedere Benito Mussolini. L'incontrò servi come preteso per avvicinare i due paesi.
Il 19 gennaio 1939 fu istituito la Camera dei fasci e delle corporazioni, che sostituì la Camera dei deputati. I membri si chiamavano consiglieri nazionali, ed erano tutti nominato. Entravano di diritto i membri dei principali enti che controllavano l'Italia: esempio i membri del Gran Consiglio del Fascismo oppure quelli del Consiglio Nazionale del Partito Nazionale Fascista.
Tra il 7 e il 12 aprile l'Italia decise di invadere il regno d'Albania, proclamato protettorato italiano, con re Vittorio Emanuele III come nuovo re d'Albania. Questo per non essere da meno rispetto al futuro alleato tedesco.
Infatti il 22 maggio tra l'Italia e la Germania fu firmato il Patto d'Acciaio: se uno dei due paesi avesse deciso di attaccare un paese terzo l'altro doveva arrivare in soccorso.
L'1 Settembre la Germania da avvio alla Seconda guerra mondiale, attaccando e occupando la Polonia. In teoria l'Italia avrebbe dovuto andare in soccorso della Germania, ma l'Italia non era pronto, e per quasi un anno riuscì a star fuori dal conflitto.
Il 18 marzo 1940 Mussolini e Hitler s'incontrarono al Brennero. Qui Hitler d'impegno in lunghi monologhi ed era venuto in Italia con l'intenzione di avere conferma dell'entrata in guerra dell'Italia. Mussolini aveva confermato che l'Italia sarebbe entrata, ma in una data da stabilire, in quanto l'Italia non era pronta per entrare in guerra.
La Germania stava occupando vari paesi europei rapidamente e Benito Mussolini impressionato dalle facili conquiste tedesche proclamó guerra a Francia e Regno Unito il 10 giugno 1940.
Il 18 e il 29 giugno avvenne un nuovo incontro tra Mussolini e Hitler, a Monaco. La Germania stava completando l'occupazione della Francia e Mussolini voleva rivendicare Tunisia, Gibuti e soprattutto la Corsica. Hitler invece preferiva installare in Francia un governo alleato e convinse Mussolini a lasciare perdere le due pretese.
Tra il 3 e il 19 agosto l'Italia occupó la Somalia britannica, unica operazione vinta dall'Italia senza l'aiuto dell'allegato tedesco.
Il 18 novembre l'Italia attaccó la Grecia, accusata di essere troppo accodiscente verso il Regno Unito.
Il 4 ottobre Mussolini e Hitler s'incontrarono al Brennero. Nonostante i numerosi argomenti discussi, tra i quali l'invasione del Regno Unito, quest'oncontro terminò con un nulla di fatto.
Il 28 ottobre i due dittatori s'incontrarono nuovamente a Firenze, dove si dichiarino d'accordo di far pagare il grosso della spessa di guerra alla Francia, paese che aveva voluto questa guerra e che perse.
Mussolini e Hitler ebbero tre incontri a Nerghof, piccola località della Germania, nota esclusivamente per essere una delle residenze di Hitler: la prima il 19 gennaio 1941, il secondo il 20 gennaio e il terzo il 2 giugno. Tutti questi incontri terminaron con un nulla di fatto, ma Hitler non mosse nessuna critica verso Mussolini per le difficoltà che stava incontrando in Grecia, non volle farsi vedere preoccupato.
Il 2 marzo 1941 la Grecia fu occupata solo grazie all'aiuto della Germania.
Il 27 marzo l'Italia persevil possesso dell'Eritrea.
Il 18 maggio l'Italia prese possesso della Dalmazia, che organizzò nel Governatorato di Dalmazia.
Il 2 giugno Mussolini e Hitler s'incontrano al Brennero. Il 31 maggio Hitler li aveva chiesto di organizzare un'incontro in due giorni, senza spiegarne il motivo.
La conferenza ebbe inizio il primo pomeriggio e come d'abitudine Hitler prende la parola. Si parlo molto in generale della situazione e polutica: dell'aiuto militare che gli Stati Uniti stavano dando al Regno Unito o che non si fosse riuscito a far entrare la Spagna di Franco nell'Asse, ma non si parlo mai dell'attacco dell'Unione Sovietica che Hoer stava preparando.
Tra il 22 giugno e il 5 dicembre l'esercito italiano, partecipo affianco all'esercito tedesco, all'operazione Barbarossa, nella quale la Germania decise di attaccare l'unione sovietica. Parteciparono nonostante l'esercito italiano era mal equipaggiato, alcuni soldati erano costretti a usare scarpe di cartone.
Tra il 25 e il 29 agosto Mussolini e Hitler s'incontrano al quartier generale di Hitler a Rastenburg. Qui Hitler tento di giustificare l'attacco all'Unione Sovietica, senza aver avvisato prima il suo alleato,dicendo che prima di attacre un popolo l'idea era quella di attaccare il bolscevismo. Tuttavia giá a novembre le cose andavano male già a novembre: l'esercito tedesco e italiano si trovarono quasi bloccati in Russia sotto una temperatura di - 40 gradi.
Sempre a novembre l'Italia perse definitivamente l'Africa Orientale Italiana.
Si ebbe un primo incontro a Salisburgo tra Mussolini e Hitler il 29 e il 30 aprile 1942 per discutere della discussione, sempre su richiesta di Hitler a un Mussolini lamentandosi e nello steso tempo felice per il semplice fatto che li veniva chiesto un opinone.
Tra il 7 e il 10 aprile 1943 Mussolini e Hitler s'incontrano nuovamente a Salisburgo. Benito Mussolini soffre di dolori attrici allo stomaco. Le riunioni si conclusero rinnovando l'alleanza dell'Asse.
Il 10 luglio una forza d'invasione Anglo-American riuscì a sbarcare nelle coste sud della Sicilia.
Il 19 luglio Mussolini e Hitler s'incontrano a Feltre. A fine riunione Hitler si fece promettere da Mussolini di continuare a lottare con le truppe anglo-americane.
Il 24 luglio Mussolini fu costretto a convocare il Gran Consiglio del Fascismo l'ordine del giorno Grandi che di fatto portarono alla destituzione di Mussolini. Egli allora andò dal re il 25 luglio per dare le dimissioni, che furono accettate. All'uscita, di sorpresa, aspettato dai carabinieri, fu arrestaro. Egli fu portato fino a là Maddalena, dove rimase prigioniero.
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